Per motivare
retribuzioni basse degli insegnanti, spesso si dice che gli organici in Italia
sarebbero troppo consistenti rispetto al numero di alunni. Questo, determinando
un volume di spesa più alto impedirebbe operazioni salariali significative sul
singolo insegnante. Inoltre, giustificherebbe, con una minor intensità di
lavoro, uno stipendio più basso l’orario di lavoro dei docenti che si presume
ridotto rispetto a quello di altri paesi europei. Vediamo allora se
è vero che le cose stanno così. Stipendi ed organici europei a
confronto
La discussione sugli
orari di lezione in Europa ha portato con sé la curiosità anche su altri
aspetti, connessi, del rapporto di lavoro degli insegnanti europei. Non è un
mistero infatti che da un lato si cerca di giustificare i bassi stipendi
degli insegnanti italiani con un orario più basso dei loro colleghi europei
(cosa che, come abbiamo visto, mediamente non è vera), dall’altro si cerca di
allettarli con la possibilità che un orario più alto possa comportare uno
stipendio più alto (ciò però è più nella pratica delle 6 ore aggiuntive finora
funzionante su base volontaria, che nella disposizione poi ritirata, la quale
anzi, tra le altre cose, cercava probabilmente di risparmiare anche quella spesa).
Allo stesso modo si introduce spesso nel discorso un’altra variante: quella
degli organici, che in Italia sarebbero troppo consistenti e quindi da un lato,
insieme al presunto basso orario, giustificherebbero con una minor intensità di lavoro uno stipendio più basso,
dall’altro con un volume di spesa più alto impedirebbero operazioni salariali
significative sul singolo insegnante.
Gli stipendi in Europa
Nella tabella seguente (Fonte Eurydice 2010) sono riportati gli stipendi
europei annui: i minimi e i massimi e il tempo di percorrenza in anni per
raggiungere il massimo. Sono riportati solo quelli dell’Europa occidentale, in
quanto quelli dell’Europa orientale, praticamente tutti a una cifra non possono
fare testo.
Nazione
|
Primaria
|
Secondaria inferiore
|
Secondaria superiore
|
Percorrenza
|
Belgio
|
27.000-48.000
|
27.000-48.000
|
34.000-60.000
|
25-27 anni
|
Danimarca
|
40.000-48.000
|
40.000-48.000
|
43.000-52.000
|
12-7
|
Germania
|
38.000-51.000
|
42.000-58.000
|
45.000-64.000
|
|
Irlanda
|
32.000-59.000
|
33.000-59.000
|
33.000-59.000
|
|
Grecia
|
12.000-20.000
|
12.000-20.000
|
12.000-20.000
|
33
|
Spagna
|
29.000-41.000
|
33.000-49.000
|
33.000-49.000
|
40-38
|
Francia
|
22.000-45.000
|
25.000-47.000
|
25.000-47.000
|
20-30
|
Italia
|
23.000-34.000
|
25.000-37.000
|
25.000-39.000
|
35
|
Lussemburgo
|
64.000-113.000
|
72.000-126.000
|
72.000-126.000
|
25
|
Paesi Bassi
|
32.000-50.000
|
34.000-61.000
|
34.000-69.000
|
16
|
Austria
|
27.000-54.000
|
27.000-65.000
|
31.000-65.000
|
34
|
Portogallo
|
21.000-43.000
|
21.000-43.000
|
21.000-43.000
|
38
|
Finlandia
|
30.000-39.000
|
32.000-42.000
|
33.000-45.000
|
20
|
Svezia
|
22.000-28.000
|
23.000-32.000
|
23.000-32.000
|
|
Inghilterra-Galles
|
24.000-40.000
|
24.000-40.000
|
24.000-40.000
|
10
|
Scozia
|
28.000-37.000
|
28.000-37.000
|
28.000-37.000
|
6
|
Queste cifre davano in alcuni paesi nel 2010 le seguenti medie stipendiali
(Fonte Eurydice 2010).
Nazione
|
Primaria
|
Secondaria inferiore
|
Secondaria superiore
|
Lussemburgo
|
88.000
|
101.000
|
101.000
|
Austria
|
58.000
|
58.000
|
|
Inghilterra e Galles
|
35.000
|
38.000
|
38.000
|
Portogallo
|
30.000
|
32.000
|
32.000
|
Italia
|
27.000
|
29.000
|
30.000
|
Grecia
|
23.000
|
23.000
|
23.000
|
Il costo della vita
Su queste cifre
andrebbe fatta la tara del differente costo della vita nei diversi paesi.
Infatti normalmente per una comparazione esaustiva si usa una unità monetaria a
parità di potere d’acquisto (ad esempio il cosiddetto dollaro pps). Tuttavia,
pur considerando le differenze è certo che l’introduzione dell’euro ha portato
ad un certo abbassamento delle differenze del potere d’acquisto. Dati attuali
utilizzabili non ci sono ma è evidente che, per esempio, il fatto che la media degli
stipendi portoghesi sia più alta di quelli italiani, ben sapendo che il costo
della vita in Portogallo è più basso, rappresenta una stridente contraddizione,
che conferma un dato presente da tempo come si può vedere da questa tabella di
una decina di anni fa (Fonte Etuce-Csee), che mette in relazione stipendi degli
insegnanti e PIL (base = 100).
Rapporto stipendio
insegnanti/PIL (PIL=100)
Nazione
|
Primaria
|
Secondaria inferiore
|
Secondaria superiore
|
Italia
|
108
|
119
|
123
|
Francia
|
126
|
146
|
206
|
Germania
|
165
|
183
|
200
|
Regno Unito
|
192
|
200
|
200
|
Spagna
|
199
|
199
|
257
|
Anche in questo caso
in Spagna, dove i redditi sono più bassi che in Italia, un docente della
secondaria accedeva a una quota di ricchezza nazionale doppia rispetto a quella
di un italiano. Oggi, a crisi aperta, probabilmente non è più così, ma per anni
lo è stato. Ed in ogni caso la relazione PIL-stipendi dei docenti spagnoli era
abbastanza allineata a quella degli altri paesi, anche migliore, quella dei
docenti italiani no.
Si può pensare che
questi anni siano stati grami per tutti, ma le cose non stanno così: gli
stipendi dei paesi dell’Est hanno avuto incrementi del 40 e
50% rispetto al costo della vita tra il 2000 e il 2010 ma, come si è
già detto, quell’area geografica non fa testo. Tuttavia hanno avuto un incremento stipendiale medio del 50% anche gli
insegnanti lussemburghesi; del 20% quelli irlandesi, spagnoli (primaria),
ciprioti, maltesi e scozzesi; del 5% quelli tedeschi, finlandesi, svedesi e
inglesi. Italiani, belgi, danesi, gli spagnoli della secondaria, gli olandesi,
gli austriaci e i portoghesi sono rimasti allineati sulle loro posizioni, mentre sarebbero
calati notevolmente i francesi (-20%) e, piove sempre sul bagnato, i greci
(-40%).
Gli organici
L’altro elemento su
cui si basano i supposti “privilegi” della scuola italiana sarebbero gli
organici, in particolare se calcolati in base al rapporto alunni/docenti.
Inutile dire che da noi vengono calcolati gli insegnanti di
sostegno, mentre ci sono paesi (ad esempio la Germania o la
Finlandia) in cui gli alunni disabili sono inseriti in scuole speciali. Inutile
dire che da noi vengono calcolati gli insegnanti di religione
mentre ci sono paesi in cui o non esiste la disciplina (ad esempio la Francia,
tranne l’Alsazia) o questa è a carico delle comunità religiose. Inutile dire
che spesso gli insegnanti delle attività pomeridiane non
appartengono al corpo docente (come in Spagna ad esempio) oppure vi
sono figure di assistenza al docente non considerati tali, come i 70.000
aiuto-educatori francesi o gli assistenti comunali che Blair ha messo in ogni
classe della scuola primaria britannica.
Ma anche senza
calcolare tutte queste unità, dopo anni di tagli, i nostri dati non sono più
così diversi da quelli medi e comunque le differenze abissali si riducono solo
ad alcuni sistemi:
Rapporto
alunni/docenti (Fonte OCSE 2010)
Nazione
|
Primaria
|
Secondaria inferiore
|
Secondaria superiore
|
Austria
|
12.2
|
9,3
|
10,1
|
Belgio
|
12,4
|
8,1
|
10,1
|
Danimarca
|
11,5
|
||
Finlandia
|
14,0
|
9,8
|
17,1
|
Francia
|
18,7
|
15,0
|
9,7
|
Germania
|
16,7
|
14,9
|
13,2
|
Irlanda
|
15,9
|
14,4
|
|
ITALIA
|
11,3
|
11,9
|
12,1
|
Lussemburgo
|
10,1
|
9,1
|
|
Paesi Bassi
|
15,7
|
16,5
|
|
Spagna
|
13,2
|
10,1
|
9,6
|
Svezia
|
11,7
|
11,4
|
13,1
|
Regno Unito
|
19,8
|
17,1
|
15,3
|
MEDIA UE
|
14,3
|
11,7
|
12,5
|
Come si vede se si
esclude la primaria, dove in Italia esistono, anche se in forma sempre
più stentata, moduli e tempi pieni, nella secondaria i numeri italiani sono
ormai allineati a quelli della media UE e nel caso della scuola secondaria
superiore addirittura superiori a quelli di Spagna e Francia.
La cosa è confermata
anche nel numero di alunni per classe.
Alunni per classe
(Fonte OCSE 2010)
Nazione
|
Primaria
|
Secondaria inferiore
|
Austria
|
18,4
|
21,9
|
Belgio
|
20,6
|
|
Danimarca
|
19,9
|
19,3
|
Francia
|
22,6
|
24,3
|
Finlandia
|
19,4
|
20,2
|
Germania
|
21,5
|
24,7
|
Grecia
|
16,8
|
22,2
|
ITALIA
|
18,8
|
21,3
|
Lussemburgo
|
15,3
|
19,3
|
Paesi Bassi
|
22,4
|
|
Portogallo
|
20,1
|
22,1
|
Spagna
|
19,9
|
23,7
|
Regno Unito
|
25,8
|
21,1
|
Media UE
|
20,0
|
21,9
|
Pur essendo uno dei
paesi col numero di alunni per classe più basso nella secondaria siamo ormai
vicini alla media UE e nella primaria ci siamo di molto avvicinati.
Certo quando si guarda
alle medie cinesi con 37 alunni per classe in primaria e 54 nella secondaria, a
quelle coreane che danno 27 alunni per classe in primaria e 34 nella secondaria
e a quelle giapponesi con 27 e 32 alunni, la differenza si nota ancora. Ma è
per forza lì che bisogna guardare?
di Pino Patroncini
di Pino Patroncini